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STABILITA' CONDIZIONATA

“Matteo Giovannone sceglie la linea come elemento indispensabile alla continuazione di un discorso, di un racconto, di un pensiero che, terminato il vocabolario ordinario, necessita di altri segni per dare seguito all'espressione di un concetto. Così, crea gli idiomi di un altro linguaggio, comunque narrativo, ma personale ed esclusivo e li scrive su carta. Solo alcune leggibili parole sono inserite nell’opera dall’artista, accompagnano le linee del discorso segnico e rappresentano le sue radici di scrittore. Esse sono la prova del primo esercizio di controllo dei pesi, delle misure e delle inclinazioni applicati alle rette di un alfabeto espressivo canonico. Saturata questa conoscenza, l’esperienza dell’artista si amplia e i tratti signicanti della scrittura divengono signicato a sé stante: puro alfabeto artistico. Questa ricerca di tipo graco fa si che l'opera di Matteo Giovannone, dai murales alle installazioni, come nelle serie fotograche, si stacchi anche da ogni riferimento di tipo iconico per concentrarsi esclusivamente sulle linee aumentandone la capacità espressiva e il valore simbolico. L’essenzialità del tratto di questo artista è il frutto di un fenomeno di sintetizzazione del vero,   dell’esperito e dell’immaginato, che accade attraverso una selezione arbitraria di quanto ritenuto fondamentale, ‘degno di nota’. Una ricerca di essenzialità eseguita con l’intenzione di dare una personale interpretazione della realtà, anché il  di-segno non ne restituisca l’immagine ma una possibile ragurazione, con speciale attenzione all’intensità del gesto.  Le linee nelle opere della serie 'Stabilità Condizionata' sono inuenzate da moti ascendenti e discendenti; il 'peso della mano’ marca o assottiglia una retta che sa diventare silenziosa, come tagliente, asseconda dell’attimo o della memoria di un’emozione che l’artista decide di trasporre nell’opera per im-pressione. Le curve sinuose sbocciano o s’interrompono in neri intensi, carichi di desiderio d’oltre. Le poche parole unite al disegno diventano aermazioni, punti: partenze o miraggi di conclusione. Matteo Giovannone procede con cura e costanza nel suo esercizio di registrazione e sintesi, del vero e del possibile, in segno. Consapevole che quando si sceglie la linea l’unica certezza è l’innito”.

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Romina Guidelli

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